mercoledì 30 dicembre 2009

venerdì 16 ottobre 2009

domenica 12 aprile 2009

Pescara, 9 aprile 2009
Caro Bruno e carissimi amici
purtroppo non ho notizie di Laura ma spero che stia bene. Con mia moglie e i suoi genitori siamo ricoverati in un appartamentino di Pescara, messo a disposizione da una parente. Essendo partiti in fretta abbiamo lasciato tutto nelle nostre case e così questa mattina sono tornato al mio paese per prendere il necessario, soprattutto per mio suocero che è disabile. L’esperienza che ho vissuto oggi rimarrà impressa per sempre. Arrivato a Villa Sant’Angelo verso le undici ho trovato il paese blindato dai vigili del fuoco. Non si poteva entrare senza la loro scorta. Ho dovuto aspettare fino alle 15 per entrare nella mia casa. Nel frattempo ho potuto mangiare solo una scatoletta di carne offerta da un forestale di Viterbo. Alla mensa allestita nella tendopoli c’era da fare la fila e non avevo molto tempo, ma i miei compaesani erano soddisfatti dell’aiuto e il compare Tonino mi ha detto: “Professò, si vede che vengono dal nord, guarda che organizzaziò!”. La tendopoli infatti era stata allestita dalla Protezione Civile di Reggio Emilia. Quando sono arrivati i pompieri, prima di entrare nella casa che ho trovato ancora in piedi, nonostante le scosse della notte e le parole di Maria che mi diceva: “non troverai più nulla in piedi”, ho avuto uno scoppio di pianto per aver vinto un’altra mia scommessa e i vigili mi hanno confortato. Ho preso in fretta le cose essenziali, soprattutto oggetti che hanno più un valore affettivo che monetario, come i libri, oltre che a carica batterie, computer e indumenti.
Arrivato nei pressi di Chieti mi sono addormentato alla guida del Pajero e solo un altro miracolo ha fatto si che non sfondassi il guardrail (da tre giorni, la notte dormo solo poche ore).
Mentre scrivo sto assistendo alla trasmissione Annozero e resto allibito nel sentire costoro parlare di responsabilità e di politica quando ancora non sono stati seppelliti i nostri morti. Hanno ragione a dire che l’Ospedale Civile, ora inagibile, era stato inaugurato nel 2000, ma ora pensiamo ai morti e ai sopravvissuti: c’è tempo per punire eventuali colpevoli (se sono ancora vivi). Ho troppo sonno per sentire altro e purtroppo mi devo mettere a letto.
Riprendo a scrivervi questa mattina ma devo dire prima, a chi ha visto la trasmissione, che il giornalista Ruotolo avrebbe dovuto parlare delle tendopoli già allestite nei paesi di Fagnano, Villa Sant’Angelo, Caporciano, Navelli, L’Aquila, Fossa e Onna (non ho visto quella di San Demetrio, il paese più grande, ma so che il nostro Presidente Napolitano l’ha visitata, quindi c’è) invece Ruotolo parlava di tendopoli non allestite a Monticchio e San Gregorio (che sono due piccole frazioni che hanno avuto meno danni) come un esempio di disfunzione dei soccorsi. Questi ci sono e funzionano bene.
In mattinata ho dovuto cercare un alloggio per me e Maria in un albergo di Montesilvano. Il comune ci ha fornito una camera all’Hotel Serena Majestic (dove facemmo il convegno ADT nel 2000) e la tessera per viaggiare gratis nell’area metropolitana di Pescara. In questo hotel ho ritrovato tanti amici di Villa e San Demetrio, anche loro sfollati e ci siamo consolati a vicenda. Mi hanno detto che il centro storico di San Demetrio, come quello di Villa, sono distrutti al 90%.
La Protezione Civile sta allestendo vari spazi per confortarci e appena scendo mi metterò a disposizione per dare lezioni di matematica ai giovani qui alloggiati. Posso farlo comodamente perché in macchina porto il videoproiettore. Nel pomeriggio vorrei fare un salto a Ortona dove mi aspettano alcuni colleghi e amici per prendere un caffè insieme e passare qualche minuto di relax, se così possiamo chiamarlo.
Oggi è Venerdì Santo e L’Aquila era famosa per la sua solenne processione del Cristo Morto. Non credo che oggi si potrà fare ma il pensiero corre agli anni belli in cui da boy scout facevo da scorta al Cristo, sempre sotto la pioggia. Il mio amico Roberto soleva dire scherzando: “La prova che Dio esiste è che a L’Aquila, ad ogni Venerdì Santo, piove durante la processione”.
L’emergenza iniziale sta per terminare ma ora inizia una lunga odissea di cui non riesco a vedere la fine. Vi abbraccio tutti e vi auguro Buona Pasqua
Mauro
Pescara, 8 aprile 2009
Cari amici
sono riuscito a trovare del tempo, oltre che la corrente elettrica, per poter pensare e scrivere, per potervi ringraziare di tutti i saluti e auguri che avete inviato a me e alla mia famiglia. Le prime parole che mi sono venute in mente le scrisse il mio caro maestro Gian Carlo Rota:” When the going gets rough, we have recourse to a way of salvation that is not available to ordinary mortals: we have that Mighty Fortress that is our Mathematics. This is what makes us mathematicians into very special people. The danger is envy from the rest of the world.” Vorrei correggere la parola Mathematics con Mathematicians: Gian Carlo me lo permetterà. Ho sempre creduto che la nostra Mighty Fortress fosse la Matematica, ma dopo aver ricevuto tutti i vostri messaggi e telefonate credo di essere un uomo felice, anche ora che ho perso tutto, sapendo che ho due Mighty Fortress: la Matematica e voi amici matematici.
Scriveva Brecht in una sua opera: “Di questa città un giorno resterà soltanto il vento che passa. Anche noi passeremo, e, nelle catastrofi che verranno, io mi auguro ormai soltanto una cosa: che non mi si spenga il sigaro in bocca per la troppa amarezza”.
E’ una catastrofe ciò che si è abbattuto su L’Aquila e nei suoi dintorni. Della mia città dove ho fatto tutto, dall’asilo all’università, l’alpino nel battaglione Julia, il docente all’ITIS e alla Facoltà di Scienze, resterà soltanto il vento che passa. La conoscevo e l’ho amata meglio di me stesso. Quando ero studente facevo con gli amici scommesse di questo di tipo: portatemi bendato in un angolo della città e fatemi vedere soltanto una pietra: vi dirò il nome della via e quello del palazzo più importante e più vicino. Di quelle pietre non c’è più una sull’altra, se non ammassate a caso. Mi hanno detto che il Duomo di San Massimo è crollato. La cupola della Basilica di Collemaggio pure, per la seconda volta. La città è militarizzata, non ti fanno entrare per vedere il disastro, forse è meglio così. La casa di mia sorella Anna è distrutta: lei la famiglia sono vivi per miracolo. Non ho più lacrime per piangere. Ho perso amici, Maria ha perso un cugino, solo a Villa Sant’Angelo, dove vivo, ci sono venti morti. Il centro storico non esiste più. Intorno alla mia casa di Tussilo, che molti di voi hanno ammirato, miracolosamente illesa, c’è solo un ammasso di macerie. La chiesa di fronte ha la facciata in bilico e può venire giù da un momento all’altro. Il campanile è pericolosamente lesionato. Le uniche case non crollate sono anch’esse lesionate e andranno abbattute. Lo stesso è per L’Aquila. Mio figlio che è riuscito ad arrivare alla nostra casa del quartiere di Pettino (il quartiere nuovo della città, con La Facoltà di Scienze e di Medicina, ha detto: “Papà, a Pettino in futuro sarà come quando siamo andati ad abitarci nel 1983: solo campagna”. L’ospedale lì vicino è inagibile. I palazzi che si vedono dall’elicottero che sorvola ciò che resta dell’Aquila sembrano in piedi, ma in realtà sono tutti pericolanti e devono essere abbattuti. Il centro storico è un ammasso di rovine.
Il Simposio Mat^Nat che stavo organizzando a Fontecchio, a 28 Km da L’Aquila (per fortuna risparmiato dal terremoto) è in onore di Pico Fonticulano. Questo scienziato, ingegnere e matematico del ‘500 (ha scritto un ottimo trattato di Geometria), nato appunto a Fontecchio, (io invece ci sono stato solo concepito), ha disegnato la prima pianta della città dell’Aquila, quando questa era la seconda città più grande del Regno di Napoli sul continente. Non so che fare del Simposio. Bisogna aspettare ancora qualche giorno per decidere ma fin da ora vi invito, se volete dare un contributo alla ricostruzione di questi paesi, a partecipare. Molti mi hanno chiesto al telefono: “Mauro cosa possiamo fare per te e per i tuoi cari?” Vi rispondo: “The show must to go on”. Se le cose si rimettono in moto, venite a Fontecchio, daremo a questi altri poveretti che hanno perso tutto, cari e averi, che non li abbiamo abbandonati. Tra breve troverete il programma aggiornato.
Vi ringrazio ancora di cuore e vi prego di diffondere questo messaggio a più gente possibile.
Vi chiedo inoltre di non rispondere a questa mia lettera.
Un abbraccio affettuoso a tutti voi
Mauro
È trascorso un anno da “Mylaematica 2008”; il gruppo di sostenitori e di iscritti all’associazione Mat^Nat cresce, la voglia di fare si risveglia nonostante i tanti impegni scolastici, stiamo riunendo tutte le nostre forze per ripetere l’esperienza anche nel 2009, magari in autunno.
Già da tempo pensavo di raccontare tutto ciò in questo diario.
Oggi qualcosa di più importante mi ha fatto sentire l’urgenza di ricominciare a postare.
Non credo sia necessario spiegare, semplicemente posto di seguito due lettere del prof. Mauro Cerasoli, di Villa Sant’Angelo (L’Aquila), presidente delle associazioni Mat^Nat e ADT , nostro punto di riferimento, grande amico.
A lui, la moglie Maria e ad Anna il nostro abbraccio.